10

Jul
2016

Tour nel deserto del Marocco: la rosa del deserto

Posted By : Omar Mbirek/ 994 0

Uno splendido e curioso capriccio della natura.

Quando si parla di fiori immaginiamo sempre un gambo con attaccati petali di varie forme e colori, in questo caso invece no: la rosa del deserto o rosa di Jericho nonostante il suo nome floreale non ha nulla a che fare con il fiore per antonomasia.

E’ un fiore che né fiorisce, né appassisce, ma anch’esso ha bisogno dell’acqua.

E’ un cristallo, un minerale che nasce dalla sabbia del deserto del Sahara. Si tratta di un insieme di cristalli di gesso che si forma solo in condizioni climatiche e ambientali particolari.

Per la creazione di questa singolare formazione rocciosa è fondamentale la presenza di una vena di gesso umido, sotto la coltre di sabbia, ad una profondità che varia tra decine di centimetri a un metro ed è fondamentale un clima arido. Durante questo processo si innesca il fenomeno della cristallizzazione dando origine alla tipica rosa di sabbia. Il forte sole riscalda la superficie sabbiosa ed il forte calore penetra sino a raggiungere la vena di gesso umido favorendone l’evaporazione. I bacini desertici circondati da rilievi dai quali scendono torrenti alimentati da rare piogge, i tratti di mare rimasti isolati o i bacini lacustri senza emissari sono le situazioni ideali per favorire l’accumulo di gesso che precipita per evaporazione delle acque in cui è disciolto.

Le dimensioni di questi aggregati cristallini sono molto variabili, da pochi centimetri fino ad alcuni metri, e la colorazione giallastra è dovuta alla presenza dei granuli di sabbia all’interno della struttura del cristallo.

Può essere un regalo particolare da un viaggio in Marocco. Per conservarla sarà sufficiente, per fare aprire la pianta, immergerla in acqua leggermente tiepida e poi tenerla su un piatto fondo, avendo cura che la pianta sia sempre a contatto dell’acqua.

E’ stata importata in Europa nel medioevo, nei viaggi di ritorno dei crociati e pellegrini dalla Terra Santa, e con lei sono state importate anche numerosi racconti e miti.

Vuole infatti la leggenda che La Vergine Maria, in fuga da Nazareth, si dissetò con l’acqua della rosa di Jericho, e per gratitudine le diede la Sua benedizione, rendendo la pianta immortale ed eterna: per questo viene anche chiamata pianta della “resurrezione”.

Una leggenda vuole che la formazione di questo cristallo fosse dovuta al deposito dell’urina dei dromedari a contatto con la sabbia rossa.

Un’altra leggenda racconta di un cavalliere innamorato della sua meravigliosa principessa. Il suo amore era così forte e disperato da non riuscire a sopportare di non poter stare senza di lei; così il suo cuore scoppiò e quando le gocce di sangue toccarono la sabbia si trasformarono in rose del deserto.

Ancora oggi il fantasma del cavaliere ritorna ad ogni plenilunio e vaga sanguinante, disseminando nel deserto le rose.

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