Tour Marocco: Essaouira e il festival Gnaoua (Gnawa )

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“Gnawa” o “Gnaoua” indica un genere musicale che nasce nell’Africa centrale e occidentale (Ghana, Nigeria, Guinea, Senegal), l’Africa nera.
I testi delle canzoni fanno riferimento a tutti i gruppi etnici originari delle zone del fiume Niger.
Le comunità di africani neri iniziano a essere presenti nel Maghreb intorno al 1590, quando il sultano Ahmed el-Mansour conquistò l’impero Songhai e diverse migliaia di uomini e donne furono trasferiti al nord per diventare schiavi.

La tradizione gnawa è stata creata dall’etiope Bilal al Habashi, primo africano convertitosi all’Islam ed il primo muezzin (colui che chiama alla preghiera) del Profeta.
La musica gnawa nasce dallo spirito di fratellanza che univa i gruppi etnici giunti in Marocco, che era l’ultima tappa in Africa prima di essere portati in Europa come schiavi.

La cerimonia gnawa rievoca le sofferenze di chi costretto all’esilio.
Nel corso della storia la tradizione gnawa del Marocco ha sempre più avuto visibilità e importanza e ha creato un legame con altri generi musicali come il reggae, in cui è sempre costante il tema della diaspora del popolo africano. Grandi artisti internazionali del calibro di Robert Plant hanno contribuito alla crescita della popolarità della musica gnawa e a eliminare definitivamente l’etichetta di musica di bassa qualità.

Il festival si svolge ad Essaouira dal 10 al 17 maggio. Di solito si svolge a giugno, ma quest’anno ha inizio il Ramadan.

Riunisce più di 200 artisti internazionali che si incontrano con i maestri di cerimonia gnawa, unendo così la modernità alla tradizione.
E’ un grande teatro di incontri jazz, pop, rock e musica contemporanea da tutto il mondo, avendo così la possibilità di esplorare nuovi percorsi musicali.
Negli anni ’60 ad Essaouira si insediarono molte comunità hippies e negli anni a venire vi soggiornarono artisti come Jimi Hendrix, Rolling Stones, Bob Marley, Cat Stevens, Frank Zappa (ma anche Sting, Orson Wells – qui ha girato alcune scee del film Otello, Leonard Cohen) richiamati dal suo fascino. Ad attirare Hendrix ad Essaouira fu proprio il festival gnawa.

La cornice di Essaouira è magica, un mondo di semplicità e pace.
Essaouira dista da Marrakech circa 2 ore e 30 di viaggio. Fondata dai Fenici, è stata uno dei porti di Roma antica, poi è diventata città portoghese nel corso del XVII secolo.
L’antica città di Mogador, questo era l’antico nome di Essaouira, ha uno splendido porto, principalmente consacrato alla pesca, uno dei luoghi più animati della città. La città vera e propria ha inizio attraverso la porta della Marina e la Sqala del porto. Dai bastioni della Sqala si accede attraverso una scalinata alla parte alta delle mura. Il souk e il mercato, sono un dedalo di viuzze. La spiaggia è splendida e si estende a perdita d’occhio. E’ anche possibile fare un giro in battello, un’ora di percorso per andare da una parte all’altra della baia, passando vicino alle isole della Porpora.
A Essaouira il clima è sempre piacevole, grazie ai freschi venti che spirano dall’Atlantico, talmente costanti da aver trasformato questa piccola cittadina in una meta impedibile per gli amanti di surf e windsurf.

Tour in Marocco … alla BiT 2016 di Milano

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Anche quest’anno saremo alla BiT, la Borsa Internazionale del Turismo, grande manifestazione di respiro internazionale che raccoglie intorno a sé gli operatori turistici di tutto il mondo, un numeroso pubblico di visitatori, appassionati di viaggi, televisioni e stampa.

Potrete incontrarci presso lo stand del Marocco (Nomade Experiences Travel www.nomadexperience.it)

L’appuntamento con Bit2016 sarà da giovedì 11 a sabato 13 febbraio 2016 nel quartiere espositivo di Rho Fiera Milano.

Tour Marocco: costa atlantica, dune del deserto del Sahara e Oualidia

Posted By : Omar Mbirek/ 1286 0

Quando si esce dalla grande cisterna il sole marocchino quasi ferisce gli occhi ma invita anche ad ammirare Mazagan nel suo insieme, dall’alto: la cosa migliore per farlo è passeggiare sulle mura della cittadella fortificata, per scendere alla fine del giro e infilarsi in qualche vicolo della medina. Magari per entrare in un forno a legna dove assaggiare il khubz, un fragrante pane di semola; oppure per andare a rilassarsi in un vecchio hammam (con orari rigorosamente distinti per uomini e donne) alimentato anch’esso da una caldaia a legna.

Qui il venerdì, giorno sacro nell’Islam, si può assistere al rito della tanjia, tradizionalmente preparata solo dagli uomini: una giara di cotto viene riempita di carne di montone e spezie e poi sigillata; per pochi dirham il guardiano dell’hammam la fa cuocere lentamente sotto la cenere, per ore, e quando la giara viene stappata sprigiona un profumo capace di stimolare l’appetito di chiunque.

Ma c’è molto da scoprire anche oltre El-Jadida. Proseguendo sulla costa atlantica verso sud si incontrano panorami di peculiare bellezza: le lunghe onde dell’oceano arrivano a lambire grandi dune di sabbia – a ricordarci che siamo comunque in un Paese sahariano – e non si vede quasi nessun segno di presenza umana, a parte un pastore con le sue pecore in groppa ad un asinello, alcune saline in riva al mare e qualche serra più all’interno.

Scendendo per 78 chilometri lungo la costa a sud di El-Jadida si arriva infine alla candida cittadina di Oualidia, fondata nel XVII secolo dal sultano El Oualid e oggi celebre meta di vacanze per le famiglie della ricca borghesia marocchina di Rabat, Casablanca e Marrakech, ma ancora quasi ignota al turismo occidentale.

Tour Marocco: El Jadida ed Essaouira

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El-Jadida condivide con la più famosa sorella Essaouira un passato coloniale portoghese di cui Mazagan conserva vari tesori architettonici, come l’imponente ed elegantissima cisterna d’acqua (risalente al 1541) che si può visitare in rue Mohammed Ahchemi Bahbai. Si tratta di una vasta sala con soffitti a volte, sorretti da 25 colonne, con un foro al centro per la raccolta dell’acqua piovana.

Oggi il suolo si presenta coperto da un sottile velo d’acqua che fa da specchio ai raggi del sole: le sciabole di luce che entrano dal foro si rifrangono sul pavimento e poi sulle colonne in un moltiplicarsi di giochi di ombre e di luci esaltati dal silenzio profondo del luogo, in cui ogni minimo rumore anche una singola goccia d’acqua che cade dall’alto viene amplificato, spingendo il visitatore a stare con i sensi all’erta.

Il fascino di questa cattedrale laica non sfuggì a un regista geniale come Orson Welles, che nel 1952, in visita a El-Jadida, decise di girare all’interno della cisterna-palazzo alcune scene del suo celebre film Otello.

Tour in Marocco: set cinematografico tra deserto, città imperiali e mare

Posted By : Omar Mbirek/ 865 0

Il Marocco è sempre stato uno straordinario set cinematografico. Non si contano i film occidentali girati almeno in parte qui: da Casablanca a Lawrence d’Arabia, da Marrakech Express a Il tè nel deserto, a Il gladiatore, il cinema ha contribuito a far scoprire ai turisti europei questo meraviglioso Paese, i suoi deserti e le sue città imperiali.

Anche la costa atlantica del Marocco ha luoghi di forte richiamo come Casablanca, Essaouira o Agadir, eppure c’è un tratto di quella costa che finora è stato ignorato dal turismo di massa: si tratta di una regione compresa tra le cittadine di El-Jadida e Oualidia, che conservano atmosfere di un Marocco antico, con incantevoli architetture tradizionali e ambienti naturali di grande bellezza.

Anche questa parte del Marocco ancora in ombra ha però attirato nel tempo vari uomini di cinema. Come Giuseppe Tornatore, che nel 1999 ha trovato nelle strade assolate e nel lungomare di El-Jadida le atmosfere ormai perdute della Sicilia degli anni Quaranta, ambientazione del suo film Malèna. Situata a soli 90 chilometri da Casablanca, El-Jadida rimane oggi un gioiello nascosto, e la cosa è tanto più sorprendente visto che il luogo fa parte dei Patrimoni culturali dell’umanità. Nomina decisa dall’Unesco nel 2004, per tutelare quella che un tempo veniva chiamata Mazagan e oggi citè portugaise, ovvero la maestosa cittadella-fortezza che di El-Jadida è il cuore, edificata sul mare dai portoghesi nel 1506.

Tour in Marocco: la medina di Fes

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A prima vista, la medina di Fes non ha niente di spirituale. E’ un dedalo di contorti budelli in cui bisogna scansare di continuo persone, carretti e muli da soma, un ammasso fremente di rumori, colori e odori, un animale gigantesco che si nutre e respira di vita propria, una creatura avvolgente che stordisce e sfinisce.

Possono sembrare scenari da inferno dantesco il souk dei tintori, con il rosso che scorre tra i ciottoli dei vicoli, oppure le concerie di Chouara, con gli operai piegati in due nelle vasche dei colori e imbrattati di tinta fin sopra alla testa. L’odore delle pelli trattate è così forte che ai turisti, affacciati su una terrazza soprastante, viene dato un rametto di menta per nascondere l’odore.

Può venire la tentazione di scappare, da qui alla medina, ma occorre restare il tempo necessario perchè la prospettiva cambi e il percorso iniziatico si compia. Allora tutto diventa immateriale a Fes, come in un sogno che emerge dal passato. La città si perpetua nel tempo fedele a sè stessa, come una categoria dello spirito. Questa dimensione trova l’apoteosi ogni estate, quando Fes ospita il mistico Festival delle Musiche Sacre del Mondo.

Ma si può cogliere sempre, come una storia che “non si ferma a questa porta. Prosegue, ma non atrraverserà più porte aperte in qualche muraglia. Girerà su un percorso circolare e dovremo seguirla sempre più attentamente”. (Tahar Ben Jelloun, scrittore nato a Fes nel 1944, in Creatura di sabbia). Anche senza macchina fotografica.

Tour in Marocco: Fes

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Le dimore aristocratiche di Fes sono numerose (l’Unesco ha censito circa 500 edifici di pregevole valore architettonico), ma l’anima della città è nei tuguri popolari della grande medina di Fes el Bali, dove le guide avvisano il turista che è pericoloso avventurarsi di notte e lasciare le vie più battute di giorno.

Fino a qualche anno fa era solo la povertà a trattenere la gente in questo formicaio di vicoli e a indurla a perpetuare con faticose lavorazioni interamente a mano mestieri tradizionali come il conciatore, l’arrotino, il tintore, il tessitore, il sarto.

Oggi i restauri edilizi e la vigilanza contro la criminalità da strada richiamano da fuori non abitanti, compresi non pochi intellettuali europei, nel solco di una tradizione che ha come precursori Pierre Loti, Paul Bowles, Anais Nin. Ma è la gente comune che ha conservato Fes es Bali, prima dell’Unesco.

Tour in Marocco: da Volubilis verso Fès

Posted By : Omar Mbirek/ 826 0

Da Meknes il tour in Marocco continua. Chiediamo a Youssouf di farci da guida anche nelle importanti rovine romane di Volubilis. Sono a un paio di chilometri soltanto, ma dopo aver sorriso, lusingato esita e dice: “No, non conosco bene la loro storia. E poi là ci sono altre guide”. Due volte onesto. Prima di lasciarci andare ci indica la strada.

Visitiamo il sito archeologico da soli e siamo pronti all’ultimo balzo. Solo un’ora di strada si frappone tra noi e Fès, il nostro viaggio ci ha portato finalmente alle radici del Marocco, nella città più antica, nata nel 789. Dodici secoli di storia sono racchiusi tra i bastioni e le porte delle diverse cinta murarie, nelle moschee e nelle mederse (scuole coraniche), nei palazzi nobiliari dagli interni decorati con piastrelle di ceramica e nelle residenze private dagli insospettabili giardini.

Cortili, vasche e fontane nel ridondante stile moresco ricordano gli splendori dell’Alhambra di Granada, in Spagna. Case andaluse a due piani con balconate in legno scuro si conservano nella Mellah, antico quartiere ebraico nella piccola medina di Fès el Jedid.

Marocco: panico nella moschea Hassan II! Un topolino semina il terrore …

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(AGI) – Rabat, 15 lug. – Panico nella moschea Hassan II di Casablanca, in Marocco, dopo che un topolino si e’ introdotto martedi’ sera tra i fedeli impegnati nelle preghiere per la fine del Ramadan. Una donna ha visto il roditore e ha lanciato l’allarme, scatendando un fuggi-fuggi generale, fra grida e svenimenti, che ha provocato 81 feriti. Fra questi, una signora incinta che ha subito due fratture a una gamba ed e’ stata ricoverata in ospedale per accertamenti. “Ottantuno persone, soprattutto donne, hanno risportato lievi ferite e fratture. Alcune sono svenute”, ha confermato l’agenzia marocchina Map. (AGI) .

Marocco il grande tour dell’Impero: Casablanca

Posted By : Omar Mbirek/ 915 0

“Non scatti foto?”, mi chiede l’artigiano di Fès mentre visito la bottega, che sembra uscita dal Medioevo. Rispondo di no. “Hai ragione”, dice con un sorriso complice, “è meglio fotografare con la mente”.

Un’opinione insolita in Occidente, dove si loda la perfezione della tecnologia e si critica la fallibilità delle capacità umane. Ma qui siamo in Marocco e proprio nella città che custodisce le radici spirituali del Paese. La storia, la tradizione, la cultura si respirano nella vita quotidiana, non sono concetti astratti. All’inizio mi stupisce questa considerazione per il cervello umano, capace di catturare sensazioni e sfumature meglio di una macchina fotografica. Poi non mi meraviglio oltre quando lo stesso dialogo si ripete più volte nel corso della mattinata, entrando e uscendo da mercati gremiti e negozi pittoreschi, nascosti nei vicoli della strabiliante medina di Fès el Bali.

L’approdo dalla modernità a questa oasi di spiritualità (che l’Unesco protegge come patrimonio specificamente culturale) è stato graduale. Per fortuna, altrimenti l’impatto sarebbe stato troppo violento.

Dall’Italia sono arrivato in aereo a Casablanca (una metropoli dall’impronta decisamente europea: vasti sobborghi, grandi viali con molte corsie intasate dal traffico, un lungomare spoglio e imponente, dominato dalla moschea di Hassan II. E’ la più vasta del mondo, dopo quella della Mecca, ed è anche l’unica visitabile del Paese, a ore fisse e non interamente (l’ingresso agli edifici sacri è riservato in Marocco solo ai fedeli dell’Islam). Il minareto è alto 200 metri, ma questo primato comincia a essere avvicinato dai nuovi grattacieli del centro.

La scelta di boutique di lusso, bazar con prodotti high tech, cinema bar e ristoranti di cucina internazionale è vasta.

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