Marocco il grande tour dell’Impero: Casablanca

Posted By : Omar Mbirek/ 919 0

“Non scatti foto?”, mi chiede l’artigiano di Fès mentre visito la bottega, che sembra uscita dal Medioevo. Rispondo di no. “Hai ragione”, dice con un sorriso complice, “è meglio fotografare con la mente”.

Un’opinione insolita in Occidente, dove si loda la perfezione della tecnologia e si critica la fallibilità delle capacità umane. Ma qui siamo in Marocco e proprio nella città che custodisce le radici spirituali del Paese. La storia, la tradizione, la cultura si respirano nella vita quotidiana, non sono concetti astratti. All’inizio mi stupisce questa considerazione per il cervello umano, capace di catturare sensazioni e sfumature meglio di una macchina fotografica. Poi non mi meraviglio oltre quando lo stesso dialogo si ripete più volte nel corso della mattinata, entrando e uscendo da mercati gremiti e negozi pittoreschi, nascosti nei vicoli della strabiliante medina di Fès el Bali.

L’approdo dalla modernità a questa oasi di spiritualità (che l’Unesco protegge come patrimonio specificamente culturale) è stato graduale. Per fortuna, altrimenti l’impatto sarebbe stato troppo violento.

Dall’Italia sono arrivato in aereo a Casablanca (una metropoli dall’impronta decisamente europea: vasti sobborghi, grandi viali con molte corsie intasate dal traffico, un lungomare spoglio e imponente, dominato dalla moschea di Hassan II. E’ la più vasta del mondo, dopo quella della Mecca, ed è anche l’unica visitabile del Paese, a ore fisse e non interamente (l’ingresso agli edifici sacri è riservato in Marocco solo ai fedeli dell’Islam). Il minareto è alto 200 metri, ma questo primato comincia a essere avvicinato dai nuovi grattacieli del centro.

La scelta di boutique di lusso, bazar con prodotti high tech, cinema bar e ristoranti di cucina internazionale è vasta.

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