July 2015

Tour in Marocco: il mausoleo di Moulay Idriss

Posted By : Omar Mbirek/ 948 0

Meknes è già un bel salto nel passato. Ma Moulay Idriss rappresenta un gradino ulteriore nel percorso iniziatico verso Fes, perchè aggiunge un clima di spiritualità religiosa. Questo piccolo centro a una trentina di chilometri da Meknes è la quinta città santa per importanza del mondo musulmano (dopo La Mecca e Medina in Arabia Saudita, Gerusalemme in Israele, Kairouan in Tunisia), grazie al mausoleo di Idriss, primo missionario della fede islamica in Marocco e fondatore di Fes e della prima dinastia imperiale.

La tomba del “padre del Marocco”, discendente di Alì il genero di Maometto, è il luogo più venerato del Paese. Ci viene indicata dall’alto di un punto panoramico, tra bianche casette intonacate a calce che riflettono la luce abbagliante del sole. Non possiamo entrare, anche qui l’ingresso è proibito ai non islamici.

Così spiega Youssouf (“Giuseppe”, traduce subito lui), una guida. Ha un’ottima preparazione culturale. “Ho frequentato per due anni l’Università di Meknes”, racconta, “ma purtroppo ho dovuto smettere. Andare e tornare con l’autobus da qui alla città era troppo caro”. Quanto? “Venti dirham al giorno: quasi due euro, troppo per me” … il tour in Marocco continua …

Marocco città imperiali: il valore di Meknes

Posted By : Omar Mbirek/ 786 0

La città imperiale di Meknes è nei secoli finita ai margini della storia e i prestigiosi monumenti che le rimangono, come i granai e la tomba di Moulay Ismail e la porta di Bab Mansour, danno un’impressione di estraneità al contesto, quasi come cattedrali nel deserto.

Il vero valore di Meknes è nella fedeltà a una tradizione, quella berbera, minoritaria in Marocco dai tempi lontani della venuta degli Arabi. Protetta da 45 chilometri di mura e riparata da secoli dalle tempeste della storia, ha mantenuto un rapporto speciale con questa etnia originaria dalle vicine montagne dell’Alto e Medio Atlante. “Io sono berbero”, rivendica con orgoglio il taxista Ahmed, che come tutti i colleghi viaggia su Fiat Uno celesti di ordinanza, “e Meknes è la capitale dei Berberi”.

Un ruolo che sopravvive nell’artigianato, soprattutto per quanto riguarda i tappeti, stoffe, abiti che si trovano nel souk vicino alla Grande Moschea, e nella passione collettiva per l’equitazione, con scuderie di allevamento che preservano il cavallo berbero, razza in via di estinzione.

Marocco: panico nella moschea Hassan II! Un topolino semina il terrore …

Posted By : Omar Mbirek/ 922 0

(AGI) – Rabat, 15 lug. – Panico nella moschea Hassan II di Casablanca, in Marocco, dopo che un topolino si e’ introdotto martedi’ sera tra i fedeli impegnati nelle preghiere per la fine del Ramadan. Una donna ha visto il roditore e ha lanciato l’allarme, scatendando un fuggi-fuggi generale, fra grida e svenimenti, che ha provocato 81 feriti. Fra questi, una signora incinta che ha subito due fratture a una gamba ed e’ stata ricoverata in ospedale per accertamenti. “Ottantuno persone, soprattutto donne, hanno risportato lievi ferite e fratture. Alcune sono svenute”, ha confermato l’agenzia marocchina Map. (AGI) .

Viaggio in Marocco: da Rabat a Meknes

Posted By : Omar Mbirek/ 919 0

Una comoda autostrada a pagamento, quasi deserta, corre dritta verso Rabat. Mi accorgo presto a mie spese che i limiti stradali di velocità vengono presi molto seriamente. Una pattuglia della polizia mi ferma e cortesemente mi informa che viaggiavo a 130 km/h: il massimo consentito è 120. Siamo tutti un po’ vittime dei luoghi comuni, perchè francamente non mi aspettavo tanta severità in un Paese del Nordafrica. Comunque, dopo una bonaria ramanzina la multa viene condonata e proseguo indenne. Incontro in seguito altre auto della polizia collocate ad intervalli regolari lungo le autostrade e nei principali incroci delle statali.

A Rabat lascio la costa, senza entrare in città. Punto su Meknes, una delle quattro città imperiali del Paese. E’ la meno nota, perchè non ha la fama di Fes (capitale delle dinastie degli Idrissidi dall’VIII secolo e dei Merinidi dal XIII secolo), nè il fascino a prima vista di Marrakech (capitale degli Almoravidi e degli Almohadi dall’XI secolo), nè il prestigio di Rabat (capitale attuale, dal primo Novecento sede di governo degli Alauiti, la famiglia tuttora al potere con il re Mohamed VI).

Meknes conobbe un’epoca di grande splendore tra il seicento e il settecento, grazie all’ambizioso sultano alauita Moulay Ismail, che giunse a chiedere in moglie una delle figlie di Luigi XIV di Francia (ma il Re Sole gli oppose un rifiuto)…

Marocco il grande tour dell’Impero: Casablanca

Posted By : Omar Mbirek/ 920 0

“Non scatti foto?”, mi chiede l’artigiano di Fès mentre visito la bottega, che sembra uscita dal Medioevo. Rispondo di no. “Hai ragione”, dice con un sorriso complice, “è meglio fotografare con la mente”.

Un’opinione insolita in Occidente, dove si loda la perfezione della tecnologia e si critica la fallibilità delle capacità umane. Ma qui siamo in Marocco e proprio nella città che custodisce le radici spirituali del Paese. La storia, la tradizione, la cultura si respirano nella vita quotidiana, non sono concetti astratti. All’inizio mi stupisce questa considerazione per il cervello umano, capace di catturare sensazioni e sfumature meglio di una macchina fotografica. Poi non mi meraviglio oltre quando lo stesso dialogo si ripete più volte nel corso della mattinata, entrando e uscendo da mercati gremiti e negozi pittoreschi, nascosti nei vicoli della strabiliante medina di Fès el Bali.

L’approdo dalla modernità a questa oasi di spiritualità (che l’Unesco protegge come patrimonio specificamente culturale) è stato graduale. Per fortuna, altrimenti l’impatto sarebbe stato troppo violento.

Dall’Italia sono arrivato in aereo a Casablanca (una metropoli dall’impronta decisamente europea: vasti sobborghi, grandi viali con molte corsie intasate dal traffico, un lungomare spoglio e imponente, dominato dalla moschea di Hassan II. E’ la più vasta del mondo, dopo quella della Mecca, ed è anche l’unica visitabile del Paese, a ore fisse e non interamente (l’ingresso agli edifici sacri è riservato in Marocco solo ai fedeli dell’Islam). Il minareto è alto 200 metri, ma questo primato comincia a essere avvicinato dai nuovi grattacieli del centro.

La scelta di boutique di lusso, bazar con prodotti high tech, cinema bar e ristoranti di cucina internazionale è vasta.

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